Cagliari città più vivibile
E’ stato pubblicato in questi giorni il consueto report annuale de “Il Sole 24 Ore” riferito alla qualità della vita 2020.
Cagliari appare, con stupore, al 1° posto nella graduatoria “Demografia e Società” e al 9° posto generale, con 548,1 punti tra tutte le città d’Italia.
1- Partiamo dal dato grezzo. L’anno scorso Cagliari era al 20° posto, ma con indici totalmente differenti. Non è un cosiddetto “follow up” in cui possano essere messi a confronto i dati da un anno all’altro, in quanto nel 2019 erano presenti indici quali: speranza di vita alla nascita, indice di dipendenza degli anziani, nuovi iscritti all’AIRE, numero medio di anni di studio della popolazione, acquisizioni di cittadinanza, saldo migratorio interno, mortalità per tumore… insomma sembrano due report completamente diversi. Cagliari non è “balzata al 6°posto”. E’ al 6° posto secondo questo report.
2- Qualche testata confonde la dicitura “Demografia e società” con “Salute”. Ad una prima lettura della notizia “Cagliari in testa alla graduatoria della Salute” sono saltato dalla sedia (sempre piacevolmente)! Andando poi a vedere da quali indici è composto il grosso di questo dato andremo a trovare il:
- tasso di mortalità (in cui siamo primi, esattamente come l’anno scorso), che di suo è un ottimo dato. Ma non ha niente a che vedere con la salute;
- numero di pediatri (professionisti attivi), che è un dato incoraggiante, sia per il mondo dei minori che per i/le professionisti/e interessati/e, ma che ancora non da alcuna lettura sulla Salute;
consumo di farmaci per ipertensione (3° posto) che è un buon dato ma che ha necessità di essere interpretato, poiché un basso consumo potrebbe voler significare che ci siano meno persone che ne hanno fatto uso, ma anche altro… - casi di COVID-19 (12° posto), che è un ottimo dato.
- 106° posto per tasso di natalità, su 107 province (a Cagliari si muore di meno, ma non si nasce. E questo è un indice negativo di Salute, poiché le nascite sono legate non solo ad un fattore medico, ma anche culturale e, soprattutto, di benessere; ulteriormente ci dovrebbe interessare la correlazione tra questo tasso e la presenza importante di pediatri in relazione al numero di abitanti);
- 92° posto per densità abitativa;
- 86° posto nel consumo di farmaci per asma e Bpco;
- 73° posto per utilizzo di calmanti e sonniferi.
E qui crolla il primo castello. Secondo alcuni è indice di salute avere un alto numero di pediatri (ben vengano), basso tasso di mortalità (ben venga), basso consumo di farmaci (ben venga), ma, in epoca covid 8e questo è ancora più agghiacciante, perchè attraverso lo stress da pandemia ci siamo passati quasi tutti/tutte e quindi questo dato dovrebbe essere noto), nessun indicatore è stato inserito per il benessere psicosociale.
Non so se serva tanto citare la ricerca di Clark et al. (2016) che ha messo in evidenza quanto, per le persone, siano i livelli di benessere psicologico che determinano soprattutto il livello di soddisfazione per la vita, in misura quasi doppia della salute fisica.
Ma sicuramente potrebbe essere utile ricordare che durante questa pandemia abbiamo visto la chiusura di TUTTE le attività sportive, molte attività lavorative e di innumerevoli servizi di supporto psicologico e psicoterapeutico (pubblici) corrispondenti ad un’impennata dei livelli di stress e disagio psicologico di ogni tipo, questioni che hanno ben più a che vedere con la Salute che non la presenza di (importantissimi/e, non passi l’idea contraria) professionisti/e nel territorio. E’ proprio l’idea di società e di salute che non vuole essere compresa.
La salute NON e’ assenza di malattia. NON è (solo) la vita che si allunga.
Salute è invecchiamento attivo, benessere psicosociale e supporto psicosociale gratuito a tutto il territorio, attività sportiva garantita a tutte le età… ci siamo su questo? o no?
3- L’altro contributo importante è dato dalla categoria “Ambiente e servizi”, andiamo a leggere anche le variabili di questa:
- 1° posto alla partecipazione alla formazione continua, che è assolutamente un dato molto positivo, ma che non può non essere letto insieme al tasso di disoccupazione (ben venga la formazione, ma questi indici sono notoriamente alti in regioni/province con alta disoccupazione, bassa occupazione, bassa occupabilità) e il 69° posto di giovani Neet che non lavorano e non studiano;
- 3° posto di accesso ai fondi europei 2014/2020, dato sicuramente molto interessante che mostra l’ottimo lavoro delle amministrazioni precedenti a partire dal 2014;
- 5° posto nella spesa sociale degli enti locali, dato anche questo non sempre positivo;
- 6° posto di Spid erogate, ben vengano, ma mi chiedo in che modo possano avere lo stesso “peso sociale” dell’87° posto in indice di RIschio Climatico o il 63° di riqualificazioni energetiche degli immobili...
4- 71° posto a cultura e tempo libero. E in questo fioccano gli indici di NON-Salute. Cito solo ad esempio il 103° posto (su 107) di eventi sportivi annullati, 97° posto di “sportività in effetto COVID-19”, 96° posto di partecipazione elettorale, 93° posto per l’indicatore “Cinema”...
5- in “Affari e lavoro”, la nostra peggiore classe, spiccano il 91° posto di immigrati regolari residenti, dato gravissimo, poiché segnano uno 0,0 in percentuale alla popolazione. Sappiamo benissimo che questo dato cela in sé molte letture politiche. Così come merita una lettura l’altro 0,0%: il trend dell’imprenditorialità giovanile. Altro dato che merita una lettura politica.
Insomma da una lettura approfondita questa “vittoria di Cagliari” non mi pare proprio una vittoria, indipendentemente dal 6° posto che, come ho detto, è un dato fin troppo grezzo. E’ la lettura approfondita dei dati che mi fa sentire le ossa rotte, ma non tanto la graduatoria in sé, che ci può stare, in riferimento alle altre province dello stato. E’ più che altro quella sensazione che le persone (amministratori/trici, giornalisti/e, tutti/e) NON abbiano ancora capito quali siano veramente gli indici del benessere e della salute.
Mi sento proprio triste, stanco e un po’ stressato per questo report...
Credo che farò un salto dal pediatra...
Nota Bene per i professionisti e le professioniste della pediatria: non me ne vogliate per l'ironia. La vostra professione è importantissima e cruciale per la nostra comunità. Da psicologo che opera spesso con minori collaboro spesso e conosco personalmente molti/e professionisti/e con cui esiste un dialogo professionale. Il mio sarcasmo rispetto alla lettura del dato non è dovuto alla vostra professione in sé, né al fatto che nella città di Cagliari siate (giustamente) molto presenti, ma piuttosto alla costruzione degli indici che tengano conto solo di dati grezzi e non mettano insieme, nella stessa città, ad esempio, la presenza di 4.5 professionisti attivi ogni 1000 abitanti contro il secondo più basso indice di natalità in Italia (106° posto su 107).
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Andrea Moi
Dott. Andrea Moi - Consulenza e supporto psicologico
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E’ stato pubblicato in questi giorni il consueto report annuale de “Il Sole 24 Ore” riferito alla qualità della vita...
Pubblicato da Andrea Moi - Attività Sociale e Politica su Martedì 15 dicembre 2020
Sitografia e fonti:
Qualità della vita - Sole 24 ore - 2019
Qualità della vita - Sole 24 ore - 2020
Placeholder text by Andrea Moi.
Photographs by Il Sole 24 ore.